Va una rondine, le ale sue planando
dei
fiori in su’ i germogli. Dice: “Ho
abbandonato
il deserto lontano,
il
canto dei minareti ad Allah,
e
ora ritorno al mio nido per darti
il
risveglio d’un cerulo mattino.
Ti
porto un vezzo di sabbia dall’Africa,
una
conchiglia di Venere, il mare..
ho
pregato per te dalle alte torri
che
distillano balsami d’Arabia…
Io
ti domando: lasciami nel mio
nido!
Lasciami nel mio nido! Tua
devota
amica, corsiere del cielo!”…
E
la rondine torna nel suo nido,
i
suoi piccoli alleva e disfama…
Quando
viene il mattino nel ricordo
canta
le calde canzoni degli ermi..
poi,
un monello annoiato lancia un sasso
contro
il suo tetto. Non ha più una casa,
non
ha più i piccoli, e ha solo dolore.
Morendo
dice: “Io andrò in Paradiso!
Sì,
io andrò in Paradiso!... Orbene, vattene!
Io
ti domando: lasciami nel mio
nido!
Lasciami nel mio nido! Tua
devota
amica, corsiere del Cielo!”.
Veder
non voglio più rondini morte
in
questa Primavera che sovviene,
debole effigie di primule finte!
Dipinto di Gaston Bussiere (1862-1928), Abbraccio nella Luce della Sera, Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Accademismo francese, 1927.
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