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lunedì 11 gennaio 2021

Vinland

Combatte il pianto dell’Oceano il prode,

presto varcando i solitari scogli,

con la corona d’oro in testa e il manto

steso sul torbido e robusto braccio.

Facce impaurite, adesso, osano i vermi

sfidar del mare, in cerca dell’Ignoto

che l’orizzonte intorno copre. Trombe

di ogni onda ora confondono gli squilli

delle belle leggende, i corni sacri

a Odino.

 

“Vogate! Figli dei lupi del Nord!

Date ai sordi soffrenti remi tutta

la forza!” urla Erik con la scure in mano,

mentre Leif alza la spada agli Dei.

“Via!... Via!.... I lupi dei fiordi hanno forse

paura dell’eterno Oceano enorme?”.

 

Ma prepotente si erge un Mostro: un’onda,

con le forme di Drago, li minaccia,

come baci di facce disgustose.

Sassi di scogli precipitano, urli

di burle tremende. Ov’è finita

la terra degli uomini… la virente

ultima neve?....

Già la drakkar dimena nei selvaggi

abbracci dei cenciosi Abissi, giù!….

Già giace nelle braci degli Inferni

qualche insepolto annegato e convulso.

“Non abbiamo più forza! Non abbiamo

più remi! L’ira si abbatte dei Numi!”.

 

Tuona il fulmine, aspetto di säette

violente, sguardo di bugiarda possa.

Senza soste, scendendo dalle nubi,

le Valchirie - dai biondi capei d’ambra

e dai cavalli alati - rapiscono al volo

le Anime esangui, felice bottino

di prodi per il Valhalla ambito e santo.

Già una Valchiria il fulvo manto sfiora

di Erik… già l’altra la prole contende,

difenditrici dei limiti orrendi,

prede di Donner, sigilli degli Asi.

 

“Perché abbiamo sfidato terre ignote?....

Erik, tu… empio assassino dei tuoi figli!”

gridano voci, gli Abissi sputando….

Blande e tremanti le spade vacillano,

nella scintilla illusa di qualche onda

cadon gli scudi, muoiono i fanciulli,

mentre nel nulla del mare infuriato

davvero versi di Drago si sentono.

Brividi tristi bruciano le schiene…

brividi tra i più strani, palpiti aridi…

ticchettio di qualche piccolo ferro….

Sfida in battaglia, adesso, Erik quell’onda!

Ma il Drago ormai non vuole più combattere

e, agitando il vascello, vien ferito

da una freccia scagliata dall’arciere

del Sole.

 

“Terra! Terra!” sogghignano i guerrieri,

mentre l’Abisso si placa e riposa.

Così, oltre l’orizzonte, Wotan ha

benedetto una terra nuova, dove

a Freyr brindano calici il liquore

di vitigni proibiti.

Quadro di Sir Frank Bernard Dicksee (1853-1928), Il Funerale di un Vichingo, Tardo-Romanticismo inglese, Scuola della Confraternita dei Preraffaelliti, 1893.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XI Gennaio AD MMXXI.

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