Tu, Vergine, d’inverno in scialba neve
avvolta,
il bianco sguardo dalla pieve
innevata
pregando volgi, e il Sole
timidamente
saluti, parole
melliflue
della tua serena bocca,
donde
a noi erranti ora a Te un bacio schiocca,
mentre
in Ciel - fatto di ghiaccio e panna -
cantano
gli stuol angelici “Osanna!”.
Ma
io, fango eterno dell’Uomo e del mondo
che
s’addolora nel suo vagabondo
Fato…
io, spettro d’una sera oscura
che
maledice di sé la Natura…
io
ti prego, per tua Bellezza immane
porta
vicine le tue vette lontane,
dove
hai il tuo trono, e monda, oh fiore amato,
l’eterno
grido del cuor, il peccato!
Io
Ti prego… Ti prego per la nebbia
che
inghiotte il vespro, pe’ l freddo che trebbia
le
stoppie sopra i campi, per il giorno
che
manca al canto del fuggito stormo,
per
la belletta che ghiaccia, per l’ombra
e
l’urlo della tormenta, che è tomba
dell’orizzonte,
per il buio che viene
a
divorar la Luna, per le vene
che
i cacciatori hanno aperte alla preda,
per
il viandante che va senza meta.
Io
Ti prego, o Maria, per le vie oscure
della
città, per le nottole impure
che
cantano le nenie della Notte,
per
gli spettri che risorgono a frotte,
per
quest’inverno che m’assale il cuore,
per
i Sogni dell’assenza dell’Amore,
per
questo immenso Abisso, eterno fio,
tra
il nostro fango e lo Spirto d’Iddio.
Così
ora e sempre fino alla preghiera
che infinita traluce, ultima sera!
Quadro di William-Adolphe Bouguereau (1825-1905), La Vergine con gli Angeli, Accademismo e Realismo francese, 1900.
Massimiliano Zaino di
Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì VIII Dicembre AD MMXX.
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