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martedì 8 dicembre 2020

Ave Maria

Tu, Vergine, d’inverno in scialba neve

avvolta, il bianco sguardo dalla pieve

innevata pregando volgi, e il Sole

timidamente saluti, parole

melliflue della tua serena bocca,

donde a noi erranti ora a Te un bacio schiocca,

mentre in Ciel - fatto di ghiaccio e panna -

cantano gli stuol angelici “Osanna!”.

 

Ma io, fango eterno dell’Uomo e del mondo

che s’addolora nel suo vagabondo

Fato… io, spettro d’una sera oscura

che maledice di sé la Natura…

io ti prego, per tua Bellezza immane

porta vicine le tue vette lontane,

dove hai il tuo trono, e monda, oh fiore amato,

l’eterno grido del cuor, il peccato!

 

Io Ti prego… Ti prego per la nebbia

che inghiotte il vespro, pe’ l freddo che trebbia

le stoppie sopra i campi, per il giorno

che manca al canto del fuggito stormo,

per la belletta che ghiaccia, per l’ombra

e l’urlo della tormenta, che è tomba

dell’orizzonte, per il buio che viene

a divorar la Luna, per le vene

che i cacciatori hanno aperte alla preda,

per il viandante che va senza meta.

 

Io Ti prego, o Maria, per le vie oscure

della città, per le nottole impure

che cantano le nenie della Notte,

per gli spettri che risorgono a frotte,

per quest’inverno che m’assale il cuore,

per i Sogni dell’assenza dell’Amore,

per questo immenso Abisso, eterno fio,

tra il nostro fango e lo Spirto d’Iddio.

 

Così ora e sempre fino alla preghiera

che infinita traluce, ultima sera!

Quadro di William-Adolphe Bouguereau (1825-1905), La Vergine con gli Angeli, Accademismo e Realismo francese, 1900.

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì VIII Dicembre AD MMXX.

giovedì 24 settembre 2015

Ave Maria

L’inverno è giunto e s’appressa un nevischio,
e Tu, divinamente bella, e casta,
e pura, e eburnea, oh Tu, Santa Maria
con quest’ultimo canto dell’allodola
e col meriggio del precoce Sole
forse vieni così a rianimàr soffi…
aër di Vita in questi nostri cuori;
e mentre il vento ulula e fa il suo fischio,
e dove regna un ghiaccio iconoclasta,
allor percorri Tu la nostra via,
qui, come in Primavera - oh sì - un’allodola
il fresco bosco e il campo delle viole,
e consacrando i cieli, soffi… e soffi… e
soffi implorando, e mondando i dolori.
Ave Maria, ave, o tra le benedette
la donna eterna, che il Signor hai teco,
di grazia il volto femminino e lieve;
sii Tu, sii benedetta, e benedetto
al par di Te le carni del tuo seno,
Cristo Gesù! Santa Maria, oh Maria,
che sulle nevi regni delle vette,
‘ve l’orizzonte Iddio lì porta seco,
guancia di porpora e di molle neve,
oh Tu, Tu, il crine più lieto ed eletto,
oh di bellezza il cuor che è quei più pieno,
Santa Maria, oh Tu, la Madre d’Iddio,
prega per noi che nel peccato ergiamo
l’insuperbita fronte… prega… prega
per noi… prega per noi! Finché non vien
l’ora tremenda della nostra Morte.

Amen


Massimiliano Zaino di Lavezzaro




Lunedì VII Dicembre AD MMXV