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domenica 6 dicembre 2020

Sestina lirica - Dorme la Neve per le solitarie

Dorme la neve per le solitarie

vie, dove i lumi della sera immenso

buio scrutano e, dal vetro che li copre,

la mia finestra leggiadra, la cena

che fuma nella stanza. Fuori, piove

leggermente, frattanto. Ora è l’inverno.

 

Gelano i campi. Freddo è il Sole. Oh inverno!

Le tue candide nevi solitarie

mi osservano furiose, e il tuo cuor piove

malvagi ghiacci sopra l’occhio immenso

della terra dormente. Or senza cena

un pettirosso muore, e non lo copre

 

di sacre zolle il giorno, ma lo copre

il teschio della Luna. Oh tu… empio inverno!

solletico per la tacente cena

con questo pane freddo e solitarie

tavole! Ignori il suo dolore immenso,

il dolor del suo nido, dove piove

 

dentro. Forse ti piace… forse piove

la tua crudeltà oscena, che mi copre

anche le attese per i Sogni, immenso

grido d’un fio inappagato. A te, inverno!

A te! Queste pallenti e solitarie

luci, simposi e Dei della mia cena!....

 

A te, le maledizioni! A te, cena

(di) morti che si guardano il piatto!.... Piove…

vanno a dirotto piogge solitarie,

e so che l’orizzonte - ancora! - copre

di neve il mondo. È questo dell’inverno

il melanconico istante… è l’Immenso.

 

Eppur m’è caro! E m’è triste!... e il suo immenso

fascino un po’ m’invita alla sua cena.

Che cosa mangia? Che mai beve l’inverno?

Mi chiedo… e so che inghiotte quel che piove,

zingaro… vagabondo che si copre

coi ghiacci delle steppe solitarie.

 

Chiamate nell’Immenso, oh solitarie

nevi tutta la mia cena!... e sia inverno

un mio amico che piove!.... Il buio ci copre.

Quadro di Arseny Ivanovich Meshchersky (1834-1902), Inverno. Il Ghiaccio si spezza, Tardo-Romanticismo e Realismo paesaggistico russo, 1878.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Domenica VI Dicembre AD MMXX.

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