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domenica 16 giugno 2019

Elegia barbara di un Temporale di Giugno

Si infuria nel buio del cielo la folgore aguzza,
e cozzano tra di loro le viltà dei tuoni rullanti,

acciari di invisibili guerrieri di cèrule nubi,
selvaggiamente attratti dalla carica empia dei prodi

alfieri, i quali ai vessilli annununziano i volti molteplici
della gelida piova. Da qui, altri furiosi elementi

l’aëre ora ghermiscono, come unghie di nottole e d’aquile,
e gli orizzonti impauriti sanguinare indomiti fanno;

né odono alcuna pièta pe’ i pianti copiosi dei pargoli,
né udir da loro lasciano le fole narrate dai labbri

delle madri che ben sanno che il selvaggio orror dell’Estate
è presto alle porte, co’ gli arieti eterni del tuono.

Allora il Temporale s’infuria, alle sue incursïoni
invitando le gelide Anime buie dei nembi insepolti.

Bande e masnade d’Eroi, invisibili ora s’affrontano,
l’arme incrociando ai baldanti petti e all’else instabili nelle

pur palpitanti destre. Tremolando, gridan le bionde
Valchirie delle säette - i caduti alzando dal fango

dei campi precocemente mietuti, saccheggio e bottino
di questa Natura in guerra, che semina ovunque il suo orrore.

Come un trotto di Barbari, d’intorno risuona la grandine,
lo segue il martellar fradicio di piove inumane,

sì furibonde lance di selvatica ira fatale.
Poi, è un silenzio profondo. Ritorna il sereno. Ritorna

l’Estate. Anche il Temporale ritrova la sua odiata Morte.
Ma intorno io intravedo qual fòsser superstiti d’una

bellica strage e d’un massacro, cadute le foglie dai pioppi,
spogliate le rose dai petali belli e leggiadri.

E all’orizzonte cupo, verso occàso, miro la folle
marcia della Tempesta che è pronta a colpire altri attimi

d’una sera d’Estate che mi sussurra ogni menzogna
del Sole che vedrò - all’alba, finito il mio Sogno.


Caspar David Friedrich, La Luna crescente sul Mare, Romanticismo tedesco, Prima Metà del Secolo XIX.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Domenica XVI del Mese di Giugno AD MMXIX.

1 commento:

  1. Complessa, tutto sta in una corretta lettura e in una corretta interpretazione del ritmo metrico. Con Carducci, ho cercato di rendere l'esametro con un settenario attaccato a un novenario canonico, e con un senario attaccato a un novenario canonico. In alcuni punti, contro Carducci, ho trovato saggio rendere l'esametro con un ottonario non canonico attaccato a un novenario non canonico. Se, per esempio, prendessimo in considerazione il celebre "Tìtire tù patulaè recubàns sub tègmine fàgi", potremmo notare che l'esametro può essere diviso in due, in un ottonario non canonico "Tì-ti-re - tù - pa-tu-lè" e in un novenario non canonico "re-cu-bàns - sub - tèg-mi-ne - fà-gi". L'ottonario avrebbe accenti sulla prima, quarta, settima sillaba, il novenario sulla terza, la quinta e l'ottava sillaba.

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