E io sto a scrìvere Poësie a una Musa che lo ignora,
vanamente aspettando un sogno, ov’ io in cuore così
mi chiedo: «Ov’è? La mia fanciulla?». E l’illusa mia
mente
la scorge tra le danze del grigiore dell’autunno.
Vive, ma è morta; e va una cornamusa a piangerne il
Fato.
Defunse nel mio sogno e nel suo bagliore che accecava,
e…
e forse tra le Villi va alla rinfusa a danzare,
e chiede la vendetta del mio Amore di silenzio.
No! Mentre io scrivo quel che non discerne è viva,
e se alla mia finestra io sto, ella inonda di gioia
le feste del paëse, e sono eterne le sue danze; e…
e mentre dico che la amo, la bionda sua chioma
bacerà il senso a un altro uomo inerme al suo fascino,
e
così l’avrò perduta. E m’è iraconda questa Sorte, per
sempre.
Piangerò eterna un’onda di lacrime!
E ti costava molto, oh folle cuore - oh codardo! -
non scrìver niente, e confessarle Amore? E il sogno
più non v’è!
Massimiliano Zaino di Lavezzaro
Domenica XXVII Settembre AD MMXV
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