Alfìn la sera e tra le nubi e i spini
timidamente viene, e scialba e bruna
nei ciel oscuri e ai boschi va la Luna,
cranio d'un vespro che regge i Destini.
Funereo argento così abbraccia i pini,
e d'insonni arboscelli è la laguna,
e il falbo teschio predice una runa
ai salici e alle querce e ai pioppi albini.
Qual è, oh qual Fato, nasconde una cuna
agli orizzonti tristi, e freddi e alpini?....
Allor il plenilunio che ora ammiro
vibra, e trillando mi ghermisce il cuore,
dove s'annida il fior di mie canzoni;
e l’orba Luna or regna il mio respiro,
e m'è mistero - e sarà gioia o dolore? -
ed ella è un lampo che in ciel prorompe in tuoni.
Plenilunio è funesto! E il suo bagliore
sulla mia arpa si perde in muti suoni!
Sepolcro è di passioni:
e dopo il vespro a far dormir le grotte
dov'io riposo, ecco! giunge la Notte.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro
Martedì XXVIII Luglio AD MMXV
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