Non so che dir a voi, se non addio!
Ricordo: il degherròtipo
dei monti candidi,
delle foglie innevate,
degli imi rivi,
gli orizzonti agli Spiriti,
e l'erbe roride
dei ghiacci, e le dorate
pietre tra i clivi.
dei monti candidi,
delle foglie innevate,
degli imi rivi,
gli orizzonti agli Spiriti,
e l'erbe roride
dei ghiacci, e le dorate
pietre tra i clivi.
Oh
monti, oh monti, dell'inverno addio!
Rimembro le terribili
fronti dei valichi,
i soventi nevischi
nel freddo vento,
i seppelliti pascoli
sui colli gelidi,
la caccia, i corni e i fischi
in torneamento.
fronti dei valichi,
i soventi nevischi
nel freddo vento,
i seppelliti pascoli
sui colli gelidi,
la caccia, i corni e i fischi
in torneamento.
Oh vette, oh vette, dell'inverno addio!
Richiamo: gli alti e tremuli
sassi dei taciti
cervi, d'un falco insonne,
l'arie di vetro
di ghiaccio eterno e debole,
l'aspre casupole,
abbandonate donne
nel bosco tetro.
sassi dei taciti
cervi, d'un falco insonne,
l'arie di vetro
di ghiaccio eterno e debole,
l'aspre casupole,
abbandonate donne
nel bosco tetro.
Oh valli, oh valli, dell'inverno addio!
Ricordo: lì il ricovero
gentile e misero
dopo la passeggiata,
il focolare,
dove sedevo estatico
muto di cantici,
sognando la mia amata
rosa, il ghiacciare.
gentile e misero
dopo la passeggiata,
il focolare,
dove sedevo estatico
muto di cantici,
sognando la mia amata
rosa, il ghiacciare.
Oh cime, oh cime, dell'inverno addio!
Rimembro: il vespro spastico
grido degli incubi,
e la vana preghiera
a un labbro sordo,
quando aspettavo un attimo
di quiete, d'aridi
spiri; e qui fu la sera,
su questo fiordo.
grido degli incubi,
e la vana preghiera
a un labbro sordo,
quando aspettavo un attimo
di quiete, d'aridi
spiri; e qui fu la sera,
su questo fiordo.
Oh l'Alpi, oh l'Alpi, dell'inverno addio!
Richiamo: tetre l'aquile
torve di spasimo,
il tramonto montano
fosco e invernale,
nubi di tubercolosi
in sangue languido,
nella Notte la mano
dell'Immortale.
torve di spasimo,
il tramonto montano
fosco e invernale,
nubi di tubercolosi
in sangue languido,
nella Notte la mano
dell'Immortale.
Ma nel ricordo la
Vita si tace,
rimàngon questi monti e queste vette,
restano l'alte valli e queste cime,
quest'Alpi ombrose; e non ho più né pace,
né viver, né sognare. V'è il sublime
canto che dice: oh mie montagne, addio!
rimàngon questi monti e queste vette,
restano l'alte valli e queste cime,
quest'Alpi ombrose; e non ho più né pace,
né viver, né sognare. V'è il sublime
canto che dice: oh mie montagne, addio!
Massimiliano Zaino di Lavezzaro
Lunedì XXV Maggio AD MMXV
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