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lunedì 3 ottobre 2022

Maledizione mattutina

Era un bel sogno. Perché m’hai svegliato,

oh alba, con il chiaror del tuo mattino?...

Hai voluto veder un solco ingrato

d’una lagrima sul mio cuor meschino?...

Lasciami.. lasciami ai sogni ribelli…

Ma li rimembri.. i sogni della sera?...

Sono svaniti come fa una schiera

di remiganti solitari augelli.

Ma tu conserva il loro.. il mio ricordo.

Perché, oh mattin, non rispondi e fai il sordo?

Dipinto di Edward Robert Hughes (1851-1914), La Sentinella delle Valchirie (The Valkyrie's Vigil), Tardo-Romanticismo, Accademismo, Pre-Simbolismo, Simbolismo inglese, Epoca Vittoriana, Scuola della Confraternita dei Preraffaelliti, 1914 circa. Olio su Tavola, Dimensioni sconosciute. Collezione Privata.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì III Ottobre AD MMXXII.

domenica 1 maggio 2016

Il Pensiero di un Naufragio dei Sogni

E va la Notte! E né so io perché dirla
con il nome de’ i Sogni, e a che sognàr
se presto vièn quest’alba, e il sonno ha fine,
se il trasognato istante come nebbia
precocemente svanisce, e se ciò
che è Sogno non rimane con il dì,
quando la Luna tramonta nel vuoto,
e forse a sera più non vi sarà
a illuminàr le nubi
fatte di cera;
e né io conosco più qual sia la Vita:
quand’ella vesta le sete de’ i spàsimi
notturni, o i fiori di un mellifluo anèlito
di concitate speni e singhiozzata
nebbia, tra insonni pupille di un cuore
che geme eternamente,
e va… e va, e sogna;
né più io discerno se sia il Sogno un vìvere
che si alterna all’altro suo respiro, e
quale sarà l’esistenza mia in questo
regno nebbioso, ella che forse insegue
un incògnito Tempo, e che continua
un non so che di Ignoto e che io non qui
ricordo, io, Ànima spezzata ne’ il fosco
ombreggiàr di così tante orme e di àttimi
di mille Sogni infermi,
quando forse la Vita è solo fatta
di tetre crune di pungenti Sogni.
E che mai sogna il mio cuore nel vespro?
Beve l’Altrove dei monti innevati, e
va oltre le vette delle àquile ardite, e…
e poi tramonta in un suo desidèrio
d’inappagàbile e straziato Amòr,
e il vespro ei maledice,
fino a tacèr.
Ma so io che questa Notte non è quella
che i nembi oscura appèn dopo il crepùscolo,
e che quest’alba non si annunzia con
il sorgere del Sole mäèstòso,
e che questo sognàr non è un’effigie
che lungo il sonno salta,
e si ripete;
né mai saranno Sogni queste sol
visïòni di tante e tante Vite
notturne, e lì confuse, e frastagliate,
e senza un senso, laddove il patìr,
l’amàr, l’avèr non son che finti istanti
d’infinito mistero.
Così la Notte
è il nudo seno di un mìsero spìr
di indebolito vìvere; e sognàr
è un cuòr umano che anela al Sublime,
e che all’alba si ridesta su’ una cimba
che naufraga nel Nulla.


Massimiliano Zaino di Lavezzaro

Ivàn Aivazovskij, Una Tempesta notturna, Romanticismo russo, Secolo XIX



In Dì di Domenica I Maggio dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Divina Misericordia AD MMXVI