Guardo la nebbia che accieca le stelle:
il campanile buio nella penombra,
il muricciolo, le strade, le belle
lampe, le panche.. le case nell’ombra,
le pievi di campagna, le cascine,
il respiro affannoso dell’Agogna
e dell’Arbogna,
i rami spogli, le rose.. le spine,
la notte.. l’Autunno…
Guardo la nebbia che rapisce il Sole:
le foglie ocra.. le foglie gialle..
arance,
castane.. secche.. le foglie rimorte
sul campo dove nascevan le viole..
le querce sofferenti dalle guance
fredde, malate.. tremanti.. riavvolte
in attimi di febbre abbacinante,
la foglia rosseggiante..
le ghiande più volte amate, raccolte,
il giorno.. l’Autunno.
E sento come l’odore dei funghi,
quello legnoso dei chiodini secchi…
Mi si rivelano innanzi più lunghi
pendenti dal nulla i rami più vecchi.
Dalle stalle rimaste senza mucche:
muggiti fantasmi al fuoco del fieno
bruciato sulle risaie.. sulle zucche
selvatiche.. sul fango.. sul veleno
della terra e della belletta fredda.
È Autunno!... Mille colori, la nebbia…
Ottobre.
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