Solitario sul calle
attendo la vendemmia,
mi sfugge una bestemmia
al Sol che vive e muor.
Là tra le nebbie torve,
qui tra le foglie nere,
addio mie Primavere,
addio sogni d’Amor.
Dormo bevendo il mosto,
fingo riposo lungo,
m’attosco con un fungo
per esser sognator.
E tu, o èllera cara,
risali sopra il muro,
mi doni un serto oscuro
di nebbie e di dolor.
Sei la mia terra-tomba,
sei la mia pia ghirlanda,
lasciami in questa landa
d’etterno viaggiator.
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