Tu non sei ov’è il tramonto,
non sei figlia d’Oriente,
tu non sei niente,
sei solo un po’ di terra,
sei uno spirito che erra
tra alvei nati un tempo
da pianto di Rusalke
e dallo scempio
di orde, di calche.
Tu non sei niente, sei
la maschera guerriera
di qualche fiera,
di qualche belva
che nel cuor della selva
piange sui nascituri
per colpa della caccia
e delle scuri
sopra la faccia.
Tu non sei Ade che geme,
nascosto in qualche covo
sul Don di Kulikovo,
non sei il Torbido grasso
che affretta il passo
sui cremlini di legno,
non sei il Tartaro avaro,
non sei il suo regno,
non sei il suo baro.
Tu non sei niente, sei
un trillo di campane
che suonano lontane:
lo Czar è morto,
lo Czar è vivo, assorto
dentro il proprio Destino
del Re tempestoso,
del Re bambino,
del Re pauroso..
del Re meschino.
Tu sei il dolore antico
della steppa romita,
senza più Vita,
senza più vie
che portano alle pie
pietre del monastero,
e dell’icona,
Cristo su legno nero
con in man la corona..
Cristo che dice: “Io Sono”..
tu, figlia del perdono.
Tu sei il sogno estremo
di Bisanzio cadente,
donna soffrente
per piccoli orsi,
senza rimorsi
per la tua storia,
per la tua fine,
per la tua gloria
senza confine.
Tu non sei niente, solo
la lodia remigante
d’un qualche gran mercante,
di Sadko il Poeta
il tremulo profeta,
la slitta nella neve,
le lettere inattese,
il tè dal gusto lieve,
le battaglie e le intese
nel sangue immondo
di tutto il mondo.
Milleottocentododici.
Tu non sei niente, schiava,
le labbia con la bava,
le labbia con la Morte,
le steppe son risorte,
le aquile senza piume,
azzanni il cuor dell’empio,
azzanni il folle Nume
senza più tempio.
Tu non sei niente, sei
il romanzo e il balletto,
filosofo e folletto,
la Musica di gala,
le dame nella sala,
discorsi di Bellezza;
e Myskin si confonde
tra la carezza
di mille bionde.
Tu non sei niente, solo
sei l’eterno spauracchio
di colbacco e pennacchio
per l’Occidente,
nemica d’Oriente,
della Mongolia,
senza più speme,
fior di magnolia
che presto geme
cadendo in coma.
Tu sei.. l’eterna Roma!
Dipinto maestoso diViktor Mikhailovich Vasnetsov (1848-1926), Il Figlio di Dio generato e il Verbo di Dio, Romanticismo, Tardo-Romanticismo, Accademismo, Pre-Simbolismo, Simbolismo religioso russo, 1885-1889. Olio su Tavola, Dimensioni Sconosciute. Collezione Privata. |
Nessun commento:
Posta un commento