L’Inquieto ha forme tremende e m’è odioso,
è una spira di angosce furibonde;
vorrei conoscere soltanto il brioso
avvenire o la Fine. Ma iraconde
furie mi proibiscono il cencioso
loro incontro, né le ombre vagabonde
svaniscono a’ miei occhi, né l’imperioso
Fato mi libera a ore più gioconde
dove ogni cosa m’è chiara e saputa.
No! Sempre è sera e vien presto la
Notte,
e non c’è la Luna, non c’è disio
né sogno o attesa ma noia a me più muta.
M’avvince il Nulla: l’eterne mie lotte
si disciolgono, imperituro oblio.
Dipinto di Arnold Böcklin (1827-1901), Autoritratto con la Morte che suona il Violino, Tardo-Romanticismo, Simbolismo svizzero-tedesco, 1872 circa. Olio su Tela. Alte Nationalgalerie, Berlino
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