Naufraga
il Sole sui campi e vien sera,
qui,
ove le rive sembran del profondo
mar
attenuati scogli e vagabondo
anfratto.
Ivi le rane stanno e fiera
so
che la serpe si nasconde, altèra
genia
di Morte datrice e un immondo
Fato.
Qui so che danza il girotondo -
fiorendo
- Cerere e, passeggiando, Hera
d’Euridice
contempla il viso smorto
che
dice a me, ombra d’Orfeo, “Vieni all’Ade”
mentre
già tuona urlando intorno il sordo
silenzio
del Tramonto. Allor m’invade
la
Notte. Il giorno mi sembra più corto.
La Luna mi odia… va oltre. In nebbie (mi) cade.
Evelyn De Morgan (1855-1919), Demetra in Lutto per Persefone, Simbolismo inglese, 1906 |
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