Mi mancano i tramonti dei più miti
ricordi, quando tutto l'orizzonte
albeggia, come un persico fiorito
che getta il Sole su una cimba, sopra
uno stagno che sa di grezza pelle
di rana. Infatti, quella fu la nostra
amata Primavera, ingenua fiamma
perduta. Oh! come sembravano schiusi
gli orizzonti agli sguardi! Oltre le zitte
risaie, oltre le ripe... e i boschi e i monti!....
Ecate, allora, davvero era forse
una benevole Anima di Dea.
"Vieni oltre i sacri termini del cielo
conosciuto!" diceva; e poi ci apriva
i misteri assopiti degli onirici
riti. Ma adesso l'inverno è crudele;
e anche di giorno c'è una fitta nebbia
che imprigiona lo sguardo poco dopo
i nostri ceruli occhi.
Caspar David Friedrich, Un Tramonto roseo di Primavera, Romanticismo tedesco, Prima Metà del Secolo XIX |
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XX del Mese di Gennaio AD MMXX.
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