Quanto
or m’è d’astio il silenzio che intorno
qui
sovviènmi; e il tramonto che empie cure
mi
scaglia!.... Oh Notte! Muòr così il giorno,
il
qual suo trono or cede a tue ombre oscure
che
a lòr volta di nebbie vèston. Torno
io
forse nel tuo ventre, alle tue cune?
Così
viènmi il tuo Regno, co’ il tuo corno
che
ora la caccia a’ Sogni urla alle alture
dond’io
lo sento, e tremo; e sono adorno
di
mestizia e d’un sentìr più sventure.
Allòr
ogni occhio mi langue; ed è cieco
lo
sguardo mio che pur discèrner vuole
tra
tue nebbie il fiòr che fauce tua prende.
So
che ‘l divora con quel ghigno bieco;
sì
che io piango. E rimango senza Sole
ché
nemmeno la Luna mi s’accende.
E
fu il fiòr della mia quïete; e duole
questo
cuòr che nel petto mi s’arrende.
Massimiliano
Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì IX del Mese di Ottobre dell’Anno
del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Fede AD MMXVII.
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