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giovedì 13 agosto 2015

Tre Strofe d'un Poeta all'Alpe

Alpe, cos’ha il tuo cuore che si geme?
Quando t’ho vista, ho ascoltato un mistero,
e dico: «Vieni, sciogliti, e qui, e insieme!»,
e sento il ghiaccio, tue nevi… davvero!
M’hai tu stregato col fascino bello,
con il cuore portente e falbo e caro,
e odo non so, un sentimento un po’ amaro,
ma dolce e quieto come un tuo ruscello.
Alpe, no… no, non piangere, oh betulla,
e dimmi il tuo Destino, e poi il tuo Nulla!
Ma sei tremula, tanto nel ciel, cuore!
Alpe! Io gemo perché ti provo Amore!

Alpe, cos’ha il tuo ciglio che sta in pianto?
Vespro dilegua il tramonto, e vien Notte,
e qui sediamo, di fronte… d’accanto,
muto il mio labbro più delle tue grotte.
Una stella cadente! È un desiderio
che ora segretamente mi nascondo,
sì, sì, a me stesso, a te, a un sasso iracondo,
alla lettura del santo saltèrio.
Alpe, no… no, vorrei amarti ma il Fato
tetro e crudele prepara un agguato;
e il tuo pudore e il mio van per sentieri
diversi e oscuri, agli orizzonti neri.

Alpe, non scòrrer!.... Non piangere, sai?
O il tuo dolore finirà sul mio;
ma qui non voglio che tu te ne vai,
altrimenti che resta, se non Dio?....
Alpe, la sento: è una strana canzone,
un tremolìo nel cuore, ed è perenne,
un senso nuovo, un’aquila, orbe penne,
e a te dinnanzi mie membra son prone.
Alpe,  non posso amarti, e ora è finita,
strade diverse, tu e io, e la propria Vita!....
Addio! E si taccia di questo Poëta
che un dì ti ha ambita, oltre un Dio senza pièta!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro



Mercoledì XII Agosto AD MMXV

 

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