Era un sogno di Notte, o un mar insonne
l'alto orizzonte tra i monti infiniti,
e le montagne, tempestose donne,
urlavano furiose; e questi liti
irridenti e lontani lì ammiravo,
udendo il vento che fu un po' nevoso,
e nell'oscuro del ciel turbinoso
forse la Vita aulente respiravo.
Vennêr le Erinni, e il sognàr mio disparve,
come a una danza di folli e di larve.
La Vita fugge, e resta a un monte; ed io
ancor mi chiedo: «Perché, perché, oh Dio?».
Massimiliano Zaino di Lavezzaro
Mercoledì XII Agosto AD MMXV
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