Terrificante Abisso che richiama
se stessi con il nome della notte.
Voragine infinita che non ama
nient’altro che il buio delle proprie
grotte.
Abisso molto profondo che sembra,
però, cielo stellato o Paradiso
marcescente,
o una tomba fiorita per le membra
putride rimaste senza sorriso
nel sepolcro del Niente.
Nebbia autunnale sulle proprie
palpebre,
sulle pupille di tutta l’intera
compagnia,
solite.. consuetudinarie tenebre
proprie dell’inverno e della Primavera,
e della Pöesia.
Una domanda: Cosa sono i Sogni?...
Di’ se sia vero il regno delle fole!
Di’ se sia vero il cuor delle parole!