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lunedì 24 maggio 2021

Trobar Clus - L'Indovinello del Cielo azzurro

Da uno speglio di vetro osservo il vuoto,

quei mi rispecchia ciò che v’è oltre; siedo

ai suoi piedi e mi abbacina un immoto

stral vagabondo di etere or che vedo:

polve che vola e cenere di bistro,

il fior di loto sulle sue pupille,

un’iride che si sminuzza al misto

venir di mistiche e tante scintille..

un occhio di fanciulla fatto sabbia,

celeste a’ miei occhi, un cilestrino abisso,

verso le stelle di fiammanti labbia,

un oro che arde  come  un crocifisso..

l’arcano per le ramora tremanti,

una sagitta di persiche in foco,

il vecchio stagno che gemma adamanti,

la porpora del buio che splende poco.

Poscia, tutto si fa un nappo d’argento,

mesce pallida Ebe un liquido dulce,

e questo falbo liquor va nel vento

e per quell’occhio salta come pulce.  

Sento cantar allora i sistri-assoli,

quelle smeraldi bocche parlan mute,

gracidando sui fior degli usignuoli,

come miriadi di schiatte perdute.

Così quell’occhio si ammansisce e dorme,

si vela di sudari di visioni,

quando dopo ore riede alle sue forme,

cantandomi le sue gesta e i suoi tuoni.

Quadro di John William Waterhouse (1849-1917), La Signora di Shalott (The Lady of Shalott), Tardo-Romanticismo, Simbolismo, Accademismo inglese, Scuola della Confraternita dei Preraffaelliti, 1888.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XXIV Maggio AD MMXXI.