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lunedì 13 settembre 2021

In Ricordanza del Vate

Ma se ora il tuo riposo sarà eterno,

o Durante, al par d’esso il nome altero

di te Vate, risuona e, come quello

di padre, le compagne Lettere algido

di fuoco ispira, Fiorenza membrando

d’alloro cinta e l’alte cause della

non mite Italia; donde sarà al cerulo

ricordo la tua gloria immoritura,

simile a quella che un dì il crine e i riccioli

dei Cesari nelle gesta baciò…

E poi che ora si discorre di baci,

tu dici, io vi dirò di quei che Artù

da Francesca mosse, pria di cadere.

Lo pensasti?... O Durante, adesso forse

le Cantiche tue leggendo due cuori

inebriano se stessi della stessa

passione: un bacio gentile e cortese;

forse un folle l’Oceano disfida,

e io a te parlo, vedendoti tra gli Angioli,

uomo.. nome perenne che cantasti

l’Amor che move il Sole e l’altre stelle”.

Oh Durante, tu figlio della terra,

tu figlio delle nuvole.. tu, sempre

vivo! Sostienimi nella mia impresa

e fa che, non men fresco del tuo, il lauro

il capo un giorno mi cinga e ch’io sia

come te eterno, in un angolo buio,

in un’arcata buia della mia chiesa,

sotto gli occhi marmorei di una Musa,

con un’ecloga del sommo Virgilio,

come te tra i marmi di Santa Croce

l’anima, e il corpo sul mar di Ravenna.

Oh Durante, ti sia eterno il riposo

e non men di lui eterna la memoria!

E quando un giorno.. lontano.. lontano -

così sperar disio - ci incontreremo,

ci narreremo in Terzine la Vita,

rideremo, vorremo anche chiamare

le nostre Muse, immoriture entrambe..

piangeremo di gioia, e tutti noi insieme

nell’Uno, nella visione mistica,

l’Amor che move il Sole e l’altre stelle”.

Dipinto di Henry Holiday (1839 -1927), Dante e Beatrice, Tardo-Romanticismo, Accademismo, Simbolismo inglese, Confraternita dei Preraffaelliti, 1882-1884. Olio su Tela.  Walker Art Gallery, Liverpool (Regno Unito).
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì XIII Settembre AD MMXXI. 

venerdì 16 aprile 2021

Fantasia dantesca sul Sogno cortese - E io salii come Anima viva sale

I’ so che nel Paradiso mi vedi,

che i disiati attimi mi bilanci..

che ancor, o Musa, io sto chino a’ tuoi piedi.

 

I’ so che attendi un canto sugli aranci

bianchi, que’ dei tuoi occhi che mi fêr smarrita

l’alma, con questi sguardi che mi lanci.

 

Come un racconto ti cangia la Vita,

è così un Sogno che mi cangiò Amore,

quando del Sol sai che fiamma è assopita.

 

Questo è il sognar che sovvien di dentro il core,

il primo bacio ambendo da una bocca,

folle delirio e farmaco al dolore.

 

Se occhio non guarda gli occhi, un altro schiocca

profondo accento dal sospir sì lieto,

che qual carezza è in su una bionda ciocca.

 

Così fu per Ophelia e per Amleto,

per Lancellotto e Ginevra la bella,

donde d’ Amor parlò il silenzio inquieto.

 

Or dondola la Notte per la stella

di Venere. Che il Sogno mi si svegli!

corsier veloce dall’ardita sella…

 

vo’ che un cenno d’Amor in me si spegli

come spegliansi l’altre foglie a un lago,

col rider d’un volto che non si celi!

 

E sognando così intendo e divago,

finché un senso di bacio non m’assale

col dolce punger d’un tremolante ago..

 

e io salii come Anima viva sale.

Quadro di Gaetano Previati (1852-1920), Paolo e Francesca, Tardo-Romanticismo, Scapigliatura, Divisionismo italiano, 1887.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XVI Aprile AD MMXXI.