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venerdì 16 aprile 2021

Fantasia dantesca sul Sogno cortese - E io salii come Anima viva sale

I’ so che nel Paradiso mi vedi,

che i disiati attimi mi bilanci..

che ancor, o Musa, io sto chino a’ tuoi piedi.

 

I’ so che attendi un canto sugli aranci

bianchi, que’ dei tuoi occhi che mi fêr smarrita

l’alma, con questi sguardi che mi lanci.

 

Come un racconto ti cangia la Vita,

è così un Sogno che mi cangiò Amore,

quando del Sol sai che fiamma è assopita.

 

Questo è il sognar che sovvien di dentro il core,

il primo bacio ambendo da una bocca,

folle delirio e farmaco al dolore.

 

Se occhio non guarda gli occhi, un altro schiocca

profondo accento dal sospir sì lieto,

che qual carezza è in su una bionda ciocca.

 

Così fu per Ophelia e per Amleto,

per Lancellotto e Ginevra la bella,

donde d’ Amor parlò il silenzio inquieto.

 

Or dondola la Notte per la stella

di Venere. Che il Sogno mi si svegli!

corsier veloce dall’ardita sella…

 

vo’ che un cenno d’Amor in me si spegli

come spegliansi l’altre foglie a un lago,

col rider d’un volto che non si celi!

 

E sognando così intendo e divago,

finché un senso di bacio non m’assale

col dolce punger d’un tremolante ago..

 

e io salii come Anima viva sale.

Quadro di Gaetano Previati (1852-1920), Paolo e Francesca, Tardo-Romanticismo, Scapigliatura, Divisionismo italiano, 1887.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Venerdì XVI Aprile AD MMXXI.

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