Requiem
Aeternam
Maleditemi quando sarò morto:
da voi non ho bisogno di preghiere,
ma di maledizioni orrende, fatte
nel mentre oscuro di una Messa nera.
Non risorgerò, ma sarò rimorto,
un velo avrò con me d’eterne sere.
È l’estremo disio di chi combatte
per la Vita che fugge e che ancor
spera.
Κύριε
Riposo nella terra umida e buia
sotto i rami di una vecchia betulla,
con le ghirlande del mio stesso pianto.
Sento che la campana muove funebre
canto.
Concedimi, oh Signore, il Nulla!
Dies
Irae
Come in tempesta s’adirano i nembi,
sento fulmini gelidi di bàratro,
la falce della Luna che mi sgrida
sulla via che scintilla di ferocia,
senza più requie, senza più parola.
Simili a onde di mare in un naufragio,
della terra mi chiamano i bui grembi,
mi chiama la più crudele voragine
di se stessa compagna, Anima sola,
che negli incubi tremuli poi sfocia,
come a una spiaggia di corpi insepolti
e di dolore.
Così tremando, späuro, o Signore,
mentre i tuoi Angioli il mio petto
feriscono
e vedo sui fiammanti loro volti,
sull’ale di aquile orrende e rapaci,
dei Maledetti la condanna atroce..
e so che per me non patì la Croce,
ma si svelse nel buio il regno
tremendo:
Dolore! Dolore!
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Giovedì IX Settembre AD MMXXI.