Nella Luna or il dì tramonta, e ei è roseo
di pàllide camelie, e è il mio orizzonte,
ei, il purpùreo di viole. Oh Vita! Vita!
La Notte vien qui a vestirmi di Sogni,
con i suoi volti oscuri, e con le guance
sue appena... appena tetre, e co' il suo màr
invisìbile e etereo, ordìto in questo
vento sottile, e leggero... leggèr,
Anima in danza dei nembi che dòrmono,
e che qui pàlpitano
come il mio cuore,
immane canto
di questi brìvidi
notturni, e fiore
bruno di manto,
e Spiritelli... e Spiritelli lenti,
che mi sollèticano il sospìr mio
inquieto, e il sonno che spera nell'alba,
rosa di rosso risveglio di prìmula,
il canto mattutìn d'un Trovatore,
che in ricordanze rammenta il veròn
della fanciulla sua, e d'un ghiotto Sogno
eterno e invitto e che si chiama bacio;
e nella Luna a tramontàr va il giorno,
e il mio orizzonte è una camelia rosea
che si schiude nel vespro, e
che non tramonta più.
E fa, dunque, così päùra questo
Ignoto che nasconde sempre un Sogno,
e che si dice Vita? O fola, forse?
O filastrocca di una nonna inquieta?
O canto di una mamma premurosa?
E che Incògnito...Incògnito e sì altrove?
E m'è sublime contàr quanti Sogni
non si sono avverati or che fu l'alba,
e quanti ancora io lambirò co' un labbro
come in un bacio battuto dal tempo
nell'ora del dormìr mio e della Notte,
e so che qui io sognando l'alba almèn
un Sogno mio dimàn s'avvererà;
e quest'alba vien sempre,
eterna come Dio!
Massimiliano Zaino di Lavezzaro
In Dì di Sabato XX Febbraio Anno del Signore, di Grazia e di Divina Misericordia MMXVI