Un
dì le ciglia sue a cèrul màr tanto
giàcquer;
ed io fremente e inverecondo
e
in svergognata timida quïete,
e
dolèndomi muto, e disprezzàndomi
a
queste allòr ne volsi il tetro guardo,
e
fuggitiva spene, e contemplante
noïa,
e tormentoso sentìr, e atra
sete
di tanto sale; e svenne l’attimo
oh
giovinezza mia! E tacque l’eterno
orizzonte,
e il perenne Oceäno, e ansima
ancòr
il mio ricordo a questo fiordo
per
l’insistito silenzio; e quest’altra
che
è la selvatica ombra di mia Vita,
con
costei che da’ Sogni si procede,
più
si langue. E la nebbia avvolge il mare,
e
nell’Anima da or sì mi confonde
tanto
oblìo che la torrida Tempesta
le
vane ricordanze seppellisce,
donde
l’alba mi vièn a risvegliàr
presto
questo mio sonno che è annegato
in
molte onde. Ma l’eterno della veglia
mi
custodisce ancòr frequenti Sogni
finché
non suoni per sempre l’addio
a
questa mia perduta gioventù.
Massimiliano
Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Mercoledì XV del Mese di Novembre
dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di Grazia e di Fede AD MMXVII.