E vago tra i lumicin de’ la chiesa,
e tra gli incensi del Dio cristïano;
lamenterò con l’Anima sospesa
un canto gregoriano.
E l’anno vecchio e il nuovo anno e il
gentil
ricordo e il ricordar amaro a voce:
siam tutti figli insani dell’april
d’una romita Croce.
E del cuor la bestemma e la bestemma
del mio labbio e il nom proibito invan
detto,
e l’Io Sono d’una non nata gemma,
e il suo perdono aspetto.
E la grazia e il mio peccato e il
peccato
dell’orbe e il fango di Dio e il fango
d’uomo,
m’hanno inquisito e m’hanno condannato
poi che io sono un atomo.
No! Non disperar Salute, oh alma mia!...
Vedi appeso quel viso in Croce e
morto?...
Quel Dio lodiam ché questa è sol la via
per essere risorto!
E vago ancor tra i lumin della chiesa
e prego il Dio vicino e il Dio lontano.
Odi, oh Iddio, la mia speme e la mia
offesa
in canto gregoriano!
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