Ti saluto, o Novembre, o Autunno stanco,
che vai la terra inebriando di nebbia
con il tuo volto freddo e le tue guance
pallide, donde è sempre ombra. Ora, il
tuo
regno profondo - dell’inverno verso
le doglianze s’invarca.. e muore il
Sole.
Tutto è ricordo di vecchie vendemmie.
A me, la solitudine profonda.
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