In una mattinata con la brina
c’è un sibilo di corvi neri, c’è
come un beccar affamato di passeri
tra l’erba bianca in cerca di
granaglie..
c’è un sapore di neve avvelenata,
un freddo prepotente che attanaglia.
Allora i rami chiedono vestiti
di lana al Sole che tarda e non parla,
sicché gelano. Come abbacinanti
sguardi di ghiaccio, i cristalli di
brina
sogghignano - irridendo - a questa
terra
immersa nell’Autunno e nelle lagrime
ghiacciate.
Nessun commento:
Posta un commento