Planando scivola il cader di foglie,
sento che corrono a invecchiare, vanno
a terra.. cadono, e all’ultimo affanno
mi chiamano per nome; e il cuor le coglie
e le pone sul petto, come spoglie
di una guerra feroce che non hanno
più vita ma sol pallidità e danno,
anime spente tra orribili doglie.
Allor ti chiamo anch’io, Autunno, che vieni,
io sono un’altra foglia pe’ il tuo altare,
un altro essere che erra verso il verno.
Così ti mostri e con me parli e ceni,
io altro non son che un non vissuto mare,
donami almeno tu l’Amore etterno.
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