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lunedì 8 marzo 2021

Un Canto per il Risveglio e per la Primavera

Di miele è il canto che ripete il flauto

del risveglio dal sonno fremebondo,

dove Orfeo inneggia alla Vita che riede,

e mescono le Baccanti dai gelsi

i falbi fiori, e dove l’animale

Amor insegue e Citerea lo chiama,

le rose e i mirti intrecciando, a corona

di tanti baci. A piedi ignudi, intanto,

il vento, con le sue Silfidi ombrose,

davanti a me, respirando la terra,

le viole infiora, dal purpureo alito

dell’orizzonte serotino. Dopo -

mendicando - l’inverno vuol tornare,

e il brando impugna dal fianco nebbioso,

a disfida volgendo i suoi occhi irati,

come un Divo geloso dell’Olimpo.

Ma il canto suona di nuovo, solenne

inno di trionfo e di santo Mistero,

come una danza di glauche Anime sorte

dall’Ade, fide compagne e melliflue

ancelle di Persefòne. E risuona

anch’essa - qual fia un’arpa - una leggera

piova di melograno, sacra a Cerere.

Oh Orfeo! Commuovi tuttora l’Inferno,

di Cerbero la fame ancor placando,

nonché, supplice al trono di Plutone,

richiami i fiori alla risorta Vita..

e, usignuolo, t’involi nella sera

ramingo e solitario, verso il Fato

che destinato t’hanno gli Dei avversi!....

Così pensando, ho deciso: il fior colto

dal primo prato poserò allo stagno

delle ninfee.. lo addormenterò bello,

nel Nulla della tua Morte ridente.

Quadro di John William Waterhouse (1849-1917), Studio per Ophelia, Scuola dei Preraffaelliti, Tardo-Romanticismo e Simbolismo inglese, 1908.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Lunedì VIII Marzo AD MMXXI.

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