Splende
a metà la Luna e va alle mie
guance,
i Sogni lambendo della sera.
Frattanto,
dalle risaïe, in vie
di
piccole onde, un po’ mi rasserena
una
rana che gracida malie
notturne
e buie romanze. Così spera
il
mio cuor. Ma ombre d’eterne agonie
e
d’oblio oscuro s’aggirano, e cera
d’imperitura
Notte e, per le pie
campane
dei rosai, una Sorte altera.
M’è
ancor virente questo riso estivo,
donde
sento nei campi la zanzara,
con
la Notte che copre il mondo cieco.
Pur
sonnecchiando, canticchia giulivo
un
covo di cicale. Ma urla amara
a
me una voce e resta essa senza eco.
Né
più la sera m’è tanto più chiara,
senza
Sogni, e desii e speme…. Io impreco!
Johan Christian Dahl (1788-1857), Un Paesaggio con la Luna, una Barca e dei Pescatori, Romanticismo norvegese, Prima Metà del Secolo XIX |
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