Sempre
più questa Primavera è tanto
triste,
tra le bellette delle rive
ancora
spoglie, e gli orizzonti belli
di
meriggio, ma cupi quando viene
la
sera, intrisa dell’inverno affranto,
pur
non morto. Né sento le giulive
campane
delle Messe, né gli augelli
cinguettar.
Ma nunzie delle pene
fatali,
le civette urlano accenti
di
Morte, onde cercando di dormire,
io
queste ascolto e la nenia che oblia
ogni
possibil quiete. “E a voi… dormienti”
dice
uno spettro “v’aggrada il morire…
ché
voi sovrasta eterna malattia!”
Knud Baade, Una Vedetta sul Mare di Notte, Tardo-Romanticismo norvegese, Fine del Secolo XIX |
Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, Martedì X Marzo AD MMXX.
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