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lunedì 18 novembre 2019

Favola - Il Cane da Caccia e il Cinghiale

Non si può mai fuggir dal proprio Fato.
Un cane fu slanciato orribilmente
dal cacciatore; e si trovò per essere
presso la tana, quand'ecco il cinghiale
gli venne incontro. "Fermo!" gridò questi
alla belva da caccia "Calma sùbito
le tue fauci tremende, o dovrò mettere
le mie zanne al tuo collo!". Ma quell'altro
ribatté "No, non posso! io debbo uccidere.
Sinceramente ti risparmierei,
o cinghiale; ma il mio padron ti vuole,
e così gli debbo ubbidire tosto".
"Ma se mi azzanni, tu morirai, me
accompagnando al regno delle Tenebre.
Se, invece, mi risparmi, potrai vivere
con me nella foresta, e qui saremo
buoni amici. Anch'io come te non voglio
morire" disse il cinghiale attendendo
la risposta dal cane che gli disse:
"Oh cinghiale! Tu sei il Re della selva,
e meriti di certo rimanere
qua coi tuoi piccoli, e stare felice
le ghiande divorando delle querce.
Ma io ho un dovere, e per questo mi chiamano
amico. Allor, non prendertela a male....
Ma ti dovrò sgozzare con le fauci
fameliche, e privare i tuoi figliuoli
di te". Sùbito l'altro gli rispose:
"Oh cane! tu sei il più fedele amico
degli uomini. Ma se le cose stanno
così, ebbene, per quanto sarà vano,
difendere io mi dovrò; e il tuo padrone
ti compiangerà morto accanto a quella
povera vittima che sarò proprio io".
Così fu che piangendo e quasi... quasi
da amici, i due si avventarono tosto.
Il cane sgozzò il cinghiale.... Il cinghiale
mise una zanna nel collo del cane.

Hardy Heywood, Hounds First Gentlemen, Tardo-Romanticismo inglese, Fine del Secolo XIX

Massimiliano Zaino di Lavezzaro, Mia Registrata, in Dì di Lunedì XVIII del Mese di Novembre AD MMXIX.

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