Era bella, era quieta e a me vicina,
come rosa fiorita, un giòvin fiore,
co’ il labbro che prometteva un caldo bacio -
nel Sogno dove giacio -
e gli occhi discorrèvano d’Amore;
e le guance arrossite ivi lucèvano
più della Luna in una Notte estiva,
più delle stelle,
e il suo sorriso conquidèva eterno
l’Ànima mia, i miei sensi e il casto cuòr.
No! Non fu donna! Ma vespro intessuto
di Sogni, o forse Dea,
ròsea ninfèa
sullo stagno dei frementi ricordi.
E io! Ero lì… lì,
a lei vicino, e colmo di passione,
mormorando una tàcita canzone.
Ed era casta,
ed era bella,
sèmplice e lìbera
come una stella
che il cièl devasta.
Ma d’un tratto - ahi! - il mio occhio scese, e il Fato
con me fu tanto infame, e tanto bruto,
e furïòsamente osceno e ardito.
Un anello! Una fede? al falbo dito.
Massimiliano Zaino di Lavezzaro
Donna nello Studio dell'Artista, Impressionismo francese, Seconda Metà del Secolo XIX |
In Dì di
Mercoledì XVI del Mese di Novembre dell’Anno del Signore Iddio Gesù Cristo, di
Grazia e di Divina Misericordia AD MMXVI.
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