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sabato 26 settembre 2015

Alle Villi del Reno

Nude ombre di Villi v’èran. Danza
fu d’un sepolcro, e del suo nubile ossame.
All’arpa tra le nebbie una romanza
uno spettro lagnava. E era il ciel rame

del nascituro vespro, e i fior fragranza
dell’empia Morte. E danzava al fogliame
la mascherata vergine. Doglianza
non fu che di dolore, oh cuor di dame!

Era la selva una notturna stanza
d’un ballo eterno, e sconfinato e infame.

E io che qui sogno il vostro inappagato seno,
che vi dirò, oh mie Villi? Forse i canti
funebri e mesti, e i lamenti del Fato, ergerò; i

miei sogni inavverati, e i spiri infranti
da un vano Amore e da un fior trasognato. E…
e voi - voi! - conterete i miei aspri pianti, e al Reno

mi ondeggerete; e il vostro spettro orbato
di tanta Vita, e i pepli d’adamanti

or saranno i miei manti. E almeno
potrò gridàr che ti amai, oh tu, fanciulla,
sogno ghermito nel volo del Nulla!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro



Sabato XXVI Settembre AD MMXV

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