Mentre Ebe mesce il calice attoscato
con i fiori di loto e i melograni,
mentre il miele del mosto fermentato
vuole condurmi per scogli lontani,
mentre combatto l’empietà del Fato
con de’ spasmi agitati delle mani,
mentre m’espongo al prepotente agguato
dei Sogni ansiosi e dei liquori arcani…
È così che mi beo, sobrio d’Amore,
nell’incantevole attimo fugace,
della tua bocca bianca e silenziosa.
Ma nel sognar non ti mancai d’onore:
non disfiorò un pensier di senso e
brace
l’Estate aulente, o Dea, della tua rosa.