VELENO
Due erano, in principio, i vecchi
alberi
proibiti.
Da uno è stato mangiato.
Del secondo risuona la profezia:
eternità non dà il cuore degli Uomini.
INSONNIA!
Orchestra filarmonica di grilli,
un unico direttore: il vento.
Di silenzio nelle battute, è Notte..
mentre canta la Luna da soprano
parole di stelle.
Le ascolto!
Principio d’insonnia!
Le ascolto…
Le amo.
A UNO SPECCHIO
Vedo nebbia a uno specchio che mi sbrana,
come in Autunno, in una mattinata
del selvaggio Novembre,
vicino a un vecchio cimitero, come
lapidi senza nome.
In questa fredda bava che mi scruta
non trovo più me stesso.
DESTINO
Uno sguardo divinatorio.. un sasso,
dado lanciato all’ignoto del mondo.
Ma chi lo prenderà?...
Sei numeri di Morte!...
Sei numeri di Morte!
INCUBI
Non dormo più.. istigo incubi peggiori.
Vi disprezzo, ma venite!...
L’incubo è diventato
perfino l’amen delle mie preghiere.
PERCHÉ SCRIVO POCO DI DIO
Ci ho provato.. ma riescono le solite
preghiere coltivate.. imparate
a memoria.
A volte ho ricavato un non so che
di blasfemo e di eretico e di infame:
ho provato a pregare come Giuda,
una marea di bestemmie infinite
sulla pia bocca di Ponzio Pilato.
Ho immaginato che a Emmaus fossero
un uomo e una fanciulla
e poi che Cristo fosse il loro bacio.
No!.. No!
Non so aggiungere Bellezza al Te Deum,
non so avere il rispetto per i Morti
con un Requiem tutto mio
Amo Dio e so che esiste!...
Ma non scrivo Poesie su di Lui…
Al contrario, so che i miei Versi sono
vento che soffia
dal suo indice che crea.
Dipinto di Gaetano Previati (1852-1920), Le Fumatrici di Oppio, Tardo-Romanticismo, Scapigliatura, Divisionismo, Simbolismo italiano, 1887. Olio su Tela. Collezione privata. |