Sono un Pöeta: un microbo che scrive
parole al vento, il qual poi non le ascolta..
e che sospira, trema, ha paura e vive,
e ha il cuor che soliloquia qualche volta.
Bëandomi di infelici chimere,
sono colui che insegue il Sogno e afferra
il volto di solitudini e sere,
e vola e spera e va via.. ed erra.. ed erra.
Sono una mai baciata ardente fronte,
una belletta di campi di rane,
un gorgoglio di un pallido orizzonte,
malia di brame fremebonde e arcane.
Son canto di gondola di laguna,
il Mistero del Sole che riposa,
l'inquietudine al bianco della Luna,
la spina d'una mai donata rosa.
Sono il solletico amico di un seno,
la man che scioglie le trecce e i capelli,
il labbro che baciando un sol veleno
sugge.. un Trovator dagli ampi mantelli.
Sono il galoppo dei vecchi destrieri
che adduce la fanciulla appen rapita
al castello più buio dei cavalieri..
e poi? e poi?... Via il castello, ecco la Vita!
Sono un atomo povero ed errante,
un vagabondo nei Versi di un'ode..
nel desiro d'Amor più d'adamante
luccico, ma quel luccicar m'è frode.
Sono l'ombra che adesso mi accompagna:
l'assenza d'una Musa che propaga
un nome ignoto co' il far d'una lagna,
un nom.. lamento, ma che pur m'appaga.
E son colui che sogna altri universi,
un palpito di Donne-Angioli e belle,
finché non giunge a me da stral diversi
indefinibile Amor di orbe stelle.
Quadro di Edmund Blair Leighton (1853-1922), L'Ostaggio, Tardo-Romanticismo, Accademismo, Simbolismo inglese, Scuola della Confraternita dei Preraffaelliti, 1912. |