Suonava il corno e, - l’orizzonte, e - le brume - e
sovveniva il danzàr dei folletti, e…
e il tuo, e - il tuo! - cuore, - oh vecchio, udiva: e
un Nume
cantàr, e - il ciel a farsi Notte, e - aspetti
di Ninfe urlare; e - intanto ordiva un fiume
del regio parco i fermentati - e tuoi – affetti, e
singhiozzava la nòttola implume, e
tu, oh! qui tempravi: e note e, - flauti - e a getti
la Musica tua cantava. E - due ombre ansiose
dei tuoi violini, oh! or vennero. - Amanti
l’una nel braccio dell’altra; e - le rose
erano insonni, e - tra i platani - eran spasmanti. E
tu, oh vecchio Genio, urlasti - ombrose
frasche dell’arpa - e, erano singhiozzanti
i tuoi giovani! E i tuoi canti! E
erano le lagne - oh! - dell’Amore - oh! -
un fosco singulto d’eterno dolore! Oh
tu, vecchietto! Oh festanti
oboi d’un Dio che - mai! - vuol riposare,
ascoltate! - La Luna vien sul mare; e
la tua Musa, oh vecchio, - che hai davanti,
che mai t’ispira? - Canti; e i
tuoi corni dissero urlanti:
«Bocca baciata
non perde ventura;
anzi, rinnova
come fa la Luna».
Allor tu - oh! - descrivesti un ultimo bacio,
un baciàr tra due labbra romantiche - oh! -
e - a contemplarlo, - io - mi prostro e - mi giacio,
e…
e sento le tue viöle - esse! asmatiche! - oh! -
e fu tuo il pennello di quest’Arte che muore, e…
e scrivesti - ahi! - il funerale
d’un’epoca che spira in scialbo strale,
laddove vinse l’Odio sull’Amore;
e tu, dicevi addio - addio al tuo Busseto, e …
e a un Mostro urlavi, - e al Destino irrequieto!
Vìver, soffrire e, - gemere e - dolère, e
poi come il Sole si va a decadère. E
piace a Iddio ridere e - ridere per ultimo!
Massimiliano Zaino di Lavezzaro. Nota d’Autore: il
Distico segnalato in Corsivo e messo in Discorso diretto tra Virgolette, è di
Arrigo Boito, che m’è sembrato giusto citare dalla Commedia lirica Falstaff, Atto III, Parte II, Scena I.
In Memoria di William Shakespeare, di Giuseppe
Fortunatino Verdi e di Arrigo Boito
Domenica XIII, Lunedì XIV Settembre AD MMXV