Oh Agogna, fiume incantato e fecondo!
L’ale
dei primi rondoni si specchiano
sul
tuo mantello..
si
specchia la Primavera che viene,
le
trecce sulle ramora spiegando
con
il pettine ansioso dello zeffiro
leggero.
Forse
il tuo corso, intanto, i sorsi morde
delle
lontane nevi che si sciolgono..
e
si sperde nell’Oltre delle terre,
e
trascina con sé i miei occhi che non
vedono
bene gli orizzonti immensi..
e
fa il solletico all’arida rena,
figlia
del Sole!...
Dove
vai? Dove mi porti? A quale ombra
di
riparato porto mi farai
fermare?...
Forse
dove Proserpina il suo primo
bagno
fa, amati fiori distillando
dal
glauco del suo seno impallidito?...
Oh
Agogna, lento luccicarmi di onde!
A
te un carme di gioia vado pensando,
acque
materne dell’amata patria..
quand’ecco
il tuo splendente regno mi apre
le
tue vie, con il riscatto dei Sogni.
Quante
cascine più non mi nascondi!
Quanti
rami emergenti dai tuoi Abissi!...
Le
torri dei campanili lontani,
i
castelli dei piccoli tempietti,
le
pievi che ti luccicano d’oro,
gli
oscuri casolari dei tuoi fossi,
le
pozze asciutte dell’ultima piova,
il
Sole che trasuda dalle nuvole…
È
Marzo, oh Agogna! È Marzo finalmente!
Pur
mentre torno, vedo tra le erbette
le
delicate veroniche belle..
sulle
ripe, le trovo
calpestate
dal vento,
oppresse
dalla tua voce fremente..
e
io so che sono dei piccoli fiori -
che
pregano la Madonna, al suonar
del
tuo Tramonto, il qual viene tuttora
a
riportarmi presto alla tua sera.
Annegando
discende il tuo bel corso,
dove
mi porti, nell’inverno pallido
che adesso rugge.
Dipinto di Philip James de Loutherbourg (1740-1812), Le Cascate del Reno presso Schaffhausen, Paesaggistica anglo-francese, Pre-Romanticismo, 1788.