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venerdì 11 settembre 2015

Sogno romantico presso le Fanciulle, Figlie del Reno, ovvero, Memorie della perduta Bellezza dell'Arte

Sogno io nei mie sospiri: e alghe e Sirene,
e ombre femminee del Reno selvaggio,
e scrigni dorati di pietre e coralli,
e dolci seni di Ninfe e di Ondine,
e acque fluviali ordite di cristalli,
e onde turchine,
e fiorellìn di maggio;
e sogno io: questi piedi delicati,
queste fanciulle, infantilmente nude, e
senza pudore, baciate dai nembi e
l'una coll'altra dai propri capelli,
e questi crìn solleticàr i grembi, e
l'Eterno che l'illude,
e gli inguini più belli,
e il lor solleticato reciprocamente
seno di miele all'ombre delle vele;
e sogno ancora, io romantico e spento,
i covi ombrosi dei miei Nibelunghi,
dove un Mostro desìdera ghermire
i nudi ventri e le vergogne, e i funghi
marini ai sciolti crini, e dove ardire
è amar le donne, divertite e bionde,
Figlie dell'iraconde
acque,
Dio del Reno.
Ma non è senso questo falbo seno,
e non è desiderio; e queste forme
di nudità non son che specchi avìti
d'una bellezza antica, di cui l'orme
si disperdono; e i Cieli, ampi e infiniti,
le ispirano con casta
brama, e con mente d'una divina Arte,
e l'impùdico corpo iconoclasta
del mio ansio sogno diventa del Bello
una sentenza amara:
vedi, oh Poëta! Sul fresco ruscello è
la sepoltura di un'antica bara!
E questo scrigno che lagna al tuo cuore è
la morte d'Iddio, l'assenza d'Amore!


Massimiliano Zaino di Lavezzaro



Venerdì XI Settembre AD MMXV