Tant’è l’attimo amaro che mi toglie
dalle tue rimembranze, o Musa mia,
e dai tuoi occhi immortali, onde m’accoglie
dolor profondo. Ma la Pöesia
per te - ancora - ghirlande e fiori e
foglie
incoronando intreccia, ove m’india
l’Anima il tuo ricordo. E mi distoglie
in questo la ritornata allegria.
Eppur non è che Vanità ogni istante,
non è che Sogno e incubo o illusione:
tu sei perduta, lontana, rimorta.
E suona qualcosa nell’aura assorta,
che sembra una mia piccola canzone:_
_il canto funebre del tuo ultimo amante.
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