Sono in crisi - oggi - con la Pöesia.
Dove sei?... Non ho una Musa, non ho
ispirazione. Che cosa farò?...
Ardirò lo stesso una Pöesia.
Ardisci! Osa! Tutto è osar nel
mondo!...
Eppur torna la solita parola,
la solita rima, il fior della viola;
ma la Primavera non c’è... Sprofondo…
C’è come una terribile mancanza
di Musa. Farò come Pigmalione:
ne plasmerò una per una canzone,
per un lamento di noia e di soffranza.
C’è come una mania che amo e non
tollero:
quella di essere originale e senza
regole, di seguire la demenza
di un attimo. I Pöeti?... Non li
tollero!...
Si scrive con troppa facilità!...
Infatti, credo che il Pöeta sia
ricercatezza, pensiero.. malia..
parlar difficile.. regola… Chissà!...
Il Pöeta è un animale romantico
che non deve temere di ridire
parole passate, sognar.. morire,
far gli stessi Versi, essere
fantastico.
Eppure tutto ritorna. La gente
dice che scrivo cose del Passato,
dette e ridette. Forse è vero. Il Fato
prende le difese di questa gente.
Ma la Pöesia vera non è questa?...
Ci dev’esser stato cent’anni or sono
un Mostro mitologico che al suono
dei Metri ha sostitüito la mesta
comodità del Verso Libero, ora
Prosa, ora timida Pöesia, quasi
una nuova Arte: senza Verso e frasi.
Qualcosa di alternativo… Mi accora.
Prospöetismo: ecco un nome nuovo
per indicare questo insieme strano
di prosastici e poetici “alla mano”.
Chiamiamoli con questo nome nuovo!...
Ma se avessero ragione costoro?...
Se le mie rime fossero scontate?...
Se tutto si ripete in ogni Vate?...
Se Pöeti fossero solo loro?...
Ma, allora, chiunque può scrivere un
Verso!...
Dove sta la nobiltà di quest’Arte?...
Dove c’è la Bellezza?... Da che parte,
da che Musa, proviene questo Verso?...
No! La Pöesia è ripetersi!... Bello
è ciò che segue canoni e pensieri,
che recupera fin dai cimiteri
gli ossami che furono di quel Bello!...
E io ho scelto di lottare per
questo!...
Affinché l’imperitura ombra greca
della Bellezza, anche se vecchia e
cieca,
trionfi! E sia Dea eterna e immortale
in questo
mondo che nell’Erebo si sprofonda!
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