Se di lontano non più mi saluti
udendomi arrivare con un canto,
se vuoi berti di nascosto il pianto
che scende dai miei occhi sconvolti e
muti,
se tutti i Sogni che ho nel cuor tu
fiuti
e non baci co’ il labbio d’amaranto,
se ti rivesti di malia o d’incanto
per velare i tuoi sguardi sovvenuti;
o Musa, di te mi resta qualcosa
che condivide il nome del ricordo,
della tristezza e del dolore. Sento
come il pianto del nostro incantamento,
un gridio che dal cuor mi assal sì
sordo.
Qualcuno tra noi due urla “Amami e osa!”.
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