A volte accade che d’incantamento
quasi un silenzio profondo m’assale.
C’è qualcosa che penso e che nel vento
mi turba. C’è una malia iemale
che mi percuote o un tacito tormento.
C’è una Pöesia che non schiude l’ale
e rifiuta il cullar nel torneamento
d’una parola pallida e fatale.
A volte accade che non so dar nome
a questa vacuità profonda e muta.
Ma so che in petto il cuor più non la
scusa.
Non so che cosa sia ma so che è come
una gioia che da tempo è perduta.
Come posso scrivere senza Musa?
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