Fanciulla, il vecchio Autunno piange foglie,
lagrime d’oro dai rami tremanti,
e piangono le vendemmie frizzanti;
Novembre geme il Sole che si scioglie.
Vedo te, vedo le perenni doglie
della campagna e i campi spasimanti,
e i passeri e gli stormi remiganti
alle terre africane che li accoglie.
Fanciulla, chiedi che sia, dunque, il
Male,
questo Autunno vorace, chi mai sia io
che parlo delle foglie di nessuno.
Questa domanda è una nebbia autunnale,
ma la risposta è che siamo ombre e
oblio,
sempre Angioli e demòni per qualcuno.
Nessun commento:
Posta un commento