Soccombo a tanta sera e già spasmando,
poi che nel buio c’è come una tristezza
iridescente
che gli occhi m’abbacina, al suo
rimando
mi sento quasi attonito o demente.
Vedo come lanterne per le vie
mute, sento strillare le campane,
odo le vecchie cascine lontane,
apro il cuore alle belle fantasie
d’un incanto semplice e marciscente.
Canta la mamma-airone ai suoi figliuoli
la ninna-nanna della cena amara.
E gridano i vecchi legnaiuoli,
grida la vecchia caccia e urla la tana.
Tutto è sepolto.. tutto! dalla tua
maschera, oh Notte!
Cos’altro manca a queste mie parole?
Non è già questo un tragico
racconto?...
Ma sulle foglie-fiamme-d’oro il Sole
s’estingue - oltre la linea del tramonto.
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