Al chiaro della Luna c’è un singulto,
un singhiozzo di pianto e di Pöeti
inascoltati.
C’è come quasi un fantasima inulto
che si aggira per le tremule siepi
con dei latrati.
Al chiaro della Luna c’è un vïale
timidamente alluminato, dove
stiamo cercando
di rimanere seduti. C’è un male
furtivo di silenzio che ci piove
solleticando.
E tu, piccola mia, ora t’allontani..
piccola luce. Scivoli via e vai
oltre la sera,
oltre la Notte e i suoi tacenti arcani,
per diventare un mio sogno e non sai
la mia preghiera.
Al chiaro della Luna c’è un addio,
forse, o un arrivederci; c’è una rosa
che mi abbandona,
c’è come un senso di tremendo oblio,
del ritorno l’attesa dolorosa
che non perdona.
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