Piovve. Sui platani
sui sassi fradici
della campagna,
sulle mie iridi
che piangevano,
sopra i miei palpiti
del cuore,
sui vecchi frassini
scheletrici,
sopra le foglie
gialle e appuntite
che dondolano..
sopra le ramora
tremolanti e bugiarde
al primo brivido
del vento,
in mezzo al vortice
ululante
dell’uragano..
del temporale..
della tempesta..
del finimondo.
Piovve; e io così
mi svegliai al suono
delle saette
che gridavano:
i martellanti
tuoni mi dissero
con voce rauca
di strega
“Dèstati! Dèstati!”
è l’ora, è l’alba,
è giunto l’attimo
di far morire
i sogni.. è giorno..
e nel frattempo,
al risveglio,
mi chiama il canto
rumoroso
delle campane
per la Messa,
il grido acuto
delle cornacchie
che spigolano.
Dopo, però,
svanisce come
nebbia
questo ritorno
e fuggir
di vecchi sogni.
Ritorno a vivere..
alla nera
realtà, al buio.
Piovve; e ora il mondo
tutto intero
s’è fatto come
pianto, come ombra,
come una maschera,
una tomba
scrosciante..
un sepolcro
per ogni sogno,
s’è fatto un orrido
gomitolo,
dilaniato
con unghie di leone,
un disinganno
crudele,
un disincanto…
Naufragando nel suo
Nulla possente,
dimentico me stesso,
e i sogni di Ebe
si sono fatti
come una semplice
vendemmia
di aspro dolore..
una vendemmia
per illusi.
I sogni sono
miele e veleno.
Acquarello di Alfred Heaton Cooper (1863–1929), I Laghi inglesi - Pattinando presso Windermere, Impressionismo, Post-Impressionismo, Realismo inglese, 1905. Acquarello. Collezione privata (incerta).
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